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    Monica ci racconta come la pandemia ha posticipato il suo matrimonio

    All’altare con la mascherina? Non se ne parla! Almeno per la gran parte degli italiani che hanno disdetto o posticipato i loro matrimoni senza contare dell’impossibilità degli assembramenti e del distanziamento sociale. A parte qualche temerario italiano (non hanno rinunciato a dirsi di “si” coppie nei comuni di Roma, di Carmignano, di Forlì con soli due testimoni, senza amici e parenti rimandando i festeggiamenti a data da destinarsi) scene da matrimoni in zoom party sono state quelle made in USA e Regno Unito dove da una parte c’erano gli sposi collegati gli sposi a quella che si direbbe più che una debita distanza con gli invitati dall’altra parte del video vestiti a festa a casa loro. Insomma matrimoni al tempo di covid-19 a cui tutti (e questa senza alcun sondaggio) non vorremmo affezionarci. I fiori d’arancio nonostante quella di quest’anno sia stata una delle primavere più belle degli ultimi tempi, sono stati bloccati dal coronavirus e con loro tutta la macchina organizzativa del wedding. Ma soprattutto l’invisibilità di questo virus oltre a quanto è riuscito a fare dentro gli ospedali è riuscito a scalfire l’evanescenza di tanti sogni. Scalfire ma non infrangere. Quella di Monica ed Enrico è la storia di quell’85% degli italiani che, nonostante avessero già fissato una data delle loro nozze, hanno dovuto posticiparle. Una pandemia non era tra le variabili calcolate da nessuno e oggi, alla luce di quanto successo, molte cose hanno forse un’importanza diversa rispetto a ieri. Domani la consapevolezza di continuare insieme sarà ancora più bella e più dolce…  

     

    Buongiorno Monica,

    tutte le donne sognano il giorno del loro matrimonio come una favola tanto che non tralasciano nessun dettaglio e iniziano ad organizzarlo con mesi d’anticipo affinché tutto sia perfetto. Con il proprio compagno si sceglie una data per quella giornata in cui si diventerà famiglia per voi sarebbe stata il 12 giugno. Invece addirittura una pandemia c’ha messo lo zampino e…. 

    Ciao Marina, è vero, il giorno del matrimonio è visto come un sogno, una favola dal lieto fine. Io e Enrico dovevamo sposarci il 12 giugno, avevamo organizzato parecchie cose e altrettante dovevamo prepararne. Appena ci siamo accorti che la situazione a causa della pandemia stava precipitando, ci siamo messi subito in contatto con i fornitori per capire come affrontare la situazione. In un primo momento, abbiamo deciso di aspettare e vedere l’evolversi della situazione ma, dopo qualche settimana, vedendo che le cose stavano peggiorando, in accordo con i nostri fornitori abbiamo deciso di rimandare il matrimonio. Siamo stati noi a prendere questa decisione; dovevamo organizzare ancora parecchie cose che a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria non avremmo potuto fare. Abbiamo cercato fino all’ultimo di non rimandare, ma era inutile voler negare quella che era la realtà e alla fine con rassegnazione abbiamo rimandato il matrimonio.

    Avete scelto di posticipare e di non annullare. C’è già un’altra data?

    Abbiamo rimandato al 12 ottobre 2020.

    Moralmente come si vive quando rimandano un sogno?

    Moralmente è stata dura. Non avremmo mai potuto immaginare di rimandare il matrimonio a causa di una pandemia! Quando nella mente e nel cuore hai certi progetti, è difficile accettare che tutto venga stravolto, ancor di più quando non dipende da te.

    Burocraticamente come ci si muove?

    Appena presa la decisione, abbiamo contattato tutti i fornitori per comunicare la nuova data.

    I fornitori cercano di venire incontro agli sposi in questo momento oppure avete avuto problemi con gli anticipi versati (sala, fioraio, fotografo, bomboniere, viaggio di nozze…)?

    Non abbiamo avuto alcun problema. Sono stati tutti molto gentili e comprensivi; alcuni in particolare hanno dimostrato molta vicinanza anche da un punto di vista umano.

    L’altra data l’avete scelta oppure vi siete dovuti incastrare rispetto alle disponibilità rimaste?

    Ci siamo dovuti adattare a quella che era la prima data disponibile della sala ricevimenti che abbiamo scelto. Da lì, abbiamo incastrato tutte le altre cose.

    Mi dicevi che non vivi a Trapani e per questo hai acquistato il tuo abito a Bologna dove avresti dovuto effettuare la prova in questi giorni ma che non hai mai effettuato…sai già quando la farai?

    Purtroppo no. L’atelier è ancora chiuso e, ad ogni modo, ci sarebbe la difficoltà di spostarsi da una regione all’altra, per cui non so proprio quand’è che sarà possibile effettuare la prova.

    Cosa vi dicono i vostri parenti e amici?

    Sono stati tutti super gentili con noi, cercando di tirarci su di morale e farci vedere tutti i lati positivi della situazione, sottolineando il fatto che dopotutto il matrimonio è solo rimandato. Penso, però, che le situazioni se non si vivono in prima persona è difficile poterle capire pienamente.

    Cosa vi aspettavate dal vostro matrimonio ieri e cosa vi aspettate oggi?

    La voglia di sposarci è l’unica cosa che in questo periodo non è mai cambiata e mai cambierà. Non abbiamo grandi pretese, non sappiamo nemmeno come andranno le cose fino al 12 ottobre e non vogliamo nemmeno fare grandi progetti in questo momento. Se abbiamo capito una cosa da tutta questa situazione è che per quanto si possa organizzare la vita, ci sono situazioni imprevedibili che possono stravolgere tutto quanto. Ciò nonostante, la cosa fondamentale è non smettere mai di credere nei propri sogni, per questo le nostre aspettative e le nostre emozioni saranno le stesse di ieri, di oggi e di domani.

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