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    Non risponde all’interrogatorio, in carcere, l’agente di polizia penitenziaria che ha violentato la figlia adottiva

    Resta in silenzio l’agente di polizia penitenziaria passato dall’altra parte delle sbarre con l’accusa di . Raggiunto dal gip al “Pietro Cerulli” di Trapani, dove si trova ristretto, infatti, non ha risposto alle domande che cercavano di chiarire la vicenda sulla quale, gli inquirenti, hanno esteso il massimo riserbo.

    L’uomo, secondo le accuse, avrebbe esercitato violenza sessuale nei confronti stalking e violenza sessualedella figlia adottiva.

    E dalle indagini della Procura di Trapani disposte dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello e dal sostituto Francesca Urbani, l’indagato, al quale il giudice avrebbe convalidato l’arresto, avrebbe approfittato della figlia in maniera continua. Si tratta di una storia che calca il passato e il presente di una ragazza, oggi poco più che ventenne, rendendola un inferno. Nonostante la giovane vittima provasse a ricostruirsi una vita con un fidanzato, lui, suo padre, la ossessionava con la richiesta di foto delle sue parti intime.

    L’agente la tormentava chiedendole di lasciare il suo ragazzo così da immaginarla ancora sua. Una giovane sfinita, da quando era una bambina, quella che inizialmente s’è rivolta ad un collega del padre, il quale, però, l’ha invitata a desistere dalla sua sete di giustizia.

    Invito che però è stato declinato. La ragazza, sfinita, s’è recata alla caserma dei carabinieri del comune limitrofo da quello di residenza, per denunciare i fatti che ha potuto documentare, in parte, anche dai messaggi ricevuti sul cellulare. Per l’uomo così, lunedì scorso, 7 settembre, sono scattate le manette ai polsi.

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