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    Nuova Iside: definitiva l’archiviazione del Gip di Roma per l’armatore della Vulcanello

    E’ il Gip del Tribunale di Roma dichiarare definitivamente archiviata la posizione dell’armatore della petroliera Vulcanello, Raffaele Brullo. L’uomo, era stato accusato di aver occultato le prove a seguito della collisione e successivo inabissamento del peschereccio di Terrasini “Nuova Iside” in cui, nella notte fra il 12 e il 13 maggio 2020, nello specchio d’acqua antistante San Vito lo Capo (Trapani), persero la vita i tre membri dell’equipaggio: Matteo, 53 anni, e Vito Lo Iacono, 26 anni, rispettivamente padre e figlio, e il cugino Giuseppe, 33 anni. In questi due anni, lo stesso giudizio di non colpevolezza, era stato espresso dal Riesame e la Cassazione.

    Ad aver aperto l’inchiesta palermitana sui tragici fatti furono proprio la collisione tra il ventisei metri familiare e la petroliera, intercettata da successivi rilevazioni radar ma ancor di più, gli esami della vernice sulla petroliera, sequestrata, poi, al porto di Augusta che gli inquirenti verificarono successivamente.

    La Vulcanello, infatti presentava segni di verniciatura fresca. Per questo l’armatore venne ritenuto responsabile ma successivamente, per il Riesame di Palermo si trattò di un errore processuale così da far cadere le accuse contro l’uomo, scagionandolo. Conferma che venne poi sancita dalla Cassazione prima e dal Tribunale di Roma poi.

    In corso resta un processo in cui sono imputati il comandante campano della Vulcanello, Gioacchino Costagliola, e il terzo sottufficiale di coperta, Giuseppe Caratozzolo; un terzo indagato, il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu, e’ deceduto mentre si trovava ai domiciliari nel suo Paese, prima che iniziasse il dibattimento. Lo scorso maggio, la società, ha disposto un risarcimento alle famiglie delle vittime «Le inchieste e i processi – ha affermato la società armatrice della ‘Vulcanello M’ – hanno spesso tempi incompatibili con le esigenze delle persone, e la scelta di sbloccare gli indennizzi per le famiglie ci pareva la più corretta, non certo per ammettere una colpa che non è stata provata, ma per mettere in campo, al di là dei contenziosi, una forma concreta di condivisione umana della tragedia che le famiglie di Terrasini e Cinisi hanno vissuto e continuano a vivere».

    «La motivazione di questa transazione si traduce in un importante supporto economico per le famiglie dei tre pescatori morti in quella notte di maggio del 2020. Non compensa certo il dolore, non incide sull’inchiesta, ma segna indubbiamente una svolta importante: ciò nell’ottica di quella partecipazione espressa in queste settimane dai vertici della compagnia armatrice della nave ‘Vulcanello M’ che hanno scelto, con quella solidarietà che è tipica solo degli uomini di mare, di desistere dalla contrapposizione e di andare incontro alle famiglie» hanno commentato gli avvocati Aldo Ruffino, Cinzia Pecoraro e Antonio Pecoraro, che in questi due anni hanno difeso le famiglie di Vito Lo Iacono .

    Il pagamento degli  indennizzi da parte del  Club P&I GARD,  che  assicura   la  nave   cisterna ‘Vulcanello   M’   e   che   ha   attivamente   collaborato   per   la   definizione   dell’intesa,   ha avuto  effetto immediato con l’accettazione da parte delle famiglie.

     

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