La bara bianca, il corteo funebre composto, il lento senso di mestizia delle campane battono il tempo di un silenzio surreale in questo tempo di Natale, seppur particolare, a Terrasini.
Oggi, 17 Dicembre, davanti la Chiesa Madre di Terrasini, il ritmo covid rallenta per dovere tra chi è raccolto attorno al dolore della famiglia, degli amici e di chi conosceva Vito Lo Iacono, il Capitano del Nuova Iside, ultimo superstite tornato a casa lo scorso lunedì dopo sette mesi da quando era salpato dal porto di Terrasini per una battuta di pesca insieme al padre, Matteo, ed al cugino Giuseppe, in una calda giornata di maggio.
Un equipaggio esperto e legato non solo da patti di sangue ma anche di fedeltà e rispetto verso quel mare che invece, per colpe ancora da accertare, li inghiottirà tutti la notte tra il 12 e il 13 maggio. Una fine tragica che lacera il cuore di una madre, moglie di Matteo, ma sempre composta e dignitosa davanti alle difficoltà che ha dovuto sopportare durante le vicissitudini della tragica vicenda.
Una ferita che non ha più lacrime da piangere ma che oggi, ritrova tutto il calore di una città, Terrasini, e della Sicilia, che non è potuta arrivare, stringersi attorno a lei e alle donne che hanno dovuto sopportare questi pesi. Spesso in silenzio. Un silenzio che oggi è stato rotto da un lungo applauso mentre il feretro di Vito viene portato in spalla nella Chiesa Madre dove ad attenderlo c’è la benedizione dell’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi: «Carissimi familiari, pescatori e uomini di mare, oggi si riapre una ferita che non si è mai chiusa, anche se Vito, a 26 anni, potrà avere una degna sepoltura cristiana accanto a suo papà, Matteo, anche lui vittima assieme a suo cugino Giuseppe di questa immane tragedia che ha colpito, oltre le loro famiglie, le marinerie e le comunità di Terrasini. -Ha detto l’arcivescovo durante l’omelia – Tutte le morti sono brutte, ma quelle sul lavoro per guadagnarsi il pane con fatica, per costruire un futuro sereno, sono ancora più tragiche. – ha sottolineato Pennisi – Non possiamo rassegnarci a queste morti. Non possiamo abbassare l’attenzione di fronte a queste tragedie perché questo è un dramma di tutti».
E siccome la vicenda ha ancora i contorni poco chiari rispetto alle implicazioni della petroliera Vulcanello, sulla stessa rotta della Nuova Iside la notte in cui si è inabissata pare, secondo l’accusa per aver avuto una collisione con la petroliera del gruppo Mednav del quale oggi risultano indagati, secondo il fascicolo aperto dalla procura palermitana, il comandante e i due ufficiali di plancia della petroliera e l’armatore della società Augustadue e anche Raffaele Brullo, della società armatrice. I successivi rilievi sulla petroliera, avrebbero reso noti delle riverniciature (QUI)per nascondere proprio l’impatto con il peschereccio confermati, poi, dai campioni prelevati ed esaminati successivamente da consulenti tecnici e compatibili con una collisione (QUI).
«Chiediamo con forza alle autorità competenti che non rimangano indifferenti nel ricercare la verità e la giustizia per la Nuova Iside – ha voluto rimarcare con forza davanti alla comunità di pescatori, marinai e soprattutto davanti ai familiari l’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi – affinchè siano chiarite al più presto le modalità di questa ennesima, tragica morte in mare. Il nostro pensiero va a tante altre famiglie che hanno pianto in passato i loro morti in mare. Vito era un marinaio con un amore grande per il mare.- ha aggiunto in ricordo del giovane ventiseienne- Ne avrebbe fatto il lavoro della sua vita. La sua fatica quotidiana è diventata un sacrificio d’amore pagato col prezzo altissimo della vita stessa».
L’avvocato Aldo Ruffino, legale delle famiglie Lo Iacono, ha poi dichiarato: «Ci auguriamo veramente che presto tutto l’aspetto giudiziario possa arrivare brevemente ad un termine per assicurare quella che è la dovuta giustizia che dev’essere data a questi marittimi. La giustizia che uno Stato deve assicurare a tre marittimi che erano andati a lavorare per il sostentamento delle famiglie. La giustizia che meritano tutti i familiari di Giuseppe, Vito e Matteo. Noi siamo fiduciosi. L’attività posta in essere sta dando risultati importanti. Chiediamo, e lo ribadiremo in tutte le sedi opportune QUI e con vari mezzi, di avere le immagini del relitto completo». Promesse erano state fatte anche dal Ministro Bonetti quando era andata a casa della stessa mamma di Vito: «c’è una nuova speranza da consegnare a questa famiglia» aveva detto (QUI) ma oggi la verità latita.
Ruffino ha poi aggiunto: « E’ inspiegabile che la Numana, (QUI) venuta per rintracciare il relitto,( a 1400 metri di profondità a 30 miglia nord di Palermo ) quindi fare le immagini dopo il suo ritrovamento, cosa tra l’altro di cui la ringraziamo, abbia fatto solo ed esclusivamente quelle di un lato del peschereccio. Loro vanno avanti secondo quelle che sono le loro opinioni ma, noi, abbiamo le nostre e chiediamo Giustizia per la Nuova Iside e per le sue vittime »
Mà
credits photo/video: comunicare24
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