La consulenza dei professori Francesco Introna e Pietro Tarzia e della dottoressa Alessia Leggio, incaricati dalla Procura palmense, è arrivata il 7 dicembre scorso sul tavolo del procuratore aggiunto di Palermo, Ennio Petrigni e del sostituto Vincenzo Amico, i pm della Procura di Palermo che coordinano le indagini per naufragio, omicidio colposo e omesso soccorso del Nuova Iside, il peschereccio speronato a maggio scorso dalla petroliera Vulcanello a largo di San Vito Lo Capo. La certezza è scritta nera su bianco: il corpo ritrovato in Calabria lo scorso 11 giugno appartiene a Vito Lo Iacono.
«E’ incredibile. Erano passati 5 mesi dal ritrovamento del corpo in Calabria e due da quando la madre di Vito ha fornito il campione di Dna alla Procura di Palmi. Tanto tempo di silenzio e di angoscia che abbiamo dovuto spezzare chiedendo formalmente notizie il 23 novembre: oggi non ci sono lacrime sufficienti per Rosalba Cracchiolo e i familiari di Vito Lo Iacono».
L’indignazione anima le parole espresse all’AGI da Aldo Ruffino, legale della famiglia Lo Jacono, spezzata dall’affondamento del Nuova Iside, avvenuto tra il 12 e il 13 maggio scorsi.
Oggi la Procura della Repubblica di Palermo ha comunicato ai legali delle vittime che i resti rinvenuti l’11 giugno a San Ferdinando, Calabria, appartengono a Vito Lo Iacono, il comandante del peschereccio scomparso durante una battuta di pesca e dato fino a oggi per disperso. Un riscontro – l’incrocio tra il campione di Dna prelevato dal cadavere e quelli forniti dalla madre e dalla sorella del comandante – che è stato depositato dalla Procura di Palmi il 23 novembre: lo stesso giorno in cui l’avvocato Aldo Ruffino, per conto di Rossana Cracchiolo (madre di Vito Lo Iacono) aveva depositato una istanza proprio per conoscere l’esito dell’esame.
Dopo il rinvenimento del corpo nel mare calabrese di San Ferdinando, in avanzato stato di decomposizione, una prima ricognizione esterna confermava che non erano presenti evidenti segni di violenza ma alcune indicazioni, iniziarono a trapelare: tra tutte due erano quelle che misero in allarme anche Elsa Tavella, madre di Francesco Vangeli, scomparso per un presunto caso di lupara bianca nel vibonese nell’ottobre del 2018. Si trattava di un paio di slip Calvin Klein e di una maglietta bianca. A convincere però Rossana Cracchiolo a depositare l’istanza furono due piccoli tatuaggi raffiguranti un timone ed un cavalluccio marino.
«Finalmente abbiamo avuto conferma. Il corpo rinvenuto sulla spiaggia del comune di San Ferdinando in Calabria appartiene al capitano della nostra Nuova Iside, Vito Lo Iacono». Ha detto il sindaco di Terrasini (Palermo), Giosuè Maniaci, aggiungendo «finalmente Vito tornerà a casa nella sua Terrasini da sua madre Rosalba, dalla sua famiglia, dalla sua giovane compagna Giovanna, dalla marineria e dall’intera città che non ha mai smesso di credere nella possibilità che quei resti potessero essere i suoi, sentendo che il coraggio, l’intuito e il fiuto di una madre fosse più forte di qualsiasi indagine»
Nel naufragio del peschereccio a maggio scorso persero la vita anche Matteo Lo Iacono, 53 anni e Giuseppe Lo Iacono, 33 anni, padre e cugino di Vito (26 anni) i cui corpi furono ritrovati nei mesi scorsi. Fino a oggi, invece, risultava disperso quello del comandante.
«Come Città di Terrasini – dice adesso il sindaco – accoglieremo il nostro capitano Vito Lo Iacono al meglio delle possibilità del periodo e insieme a lui trarremo tutti nuova forza per chiedere alle autorità competenti verità e giustizia su questa vicenda così dolorosa ma allo stesso tempo così chiara».
L’ipotesi d’accusa è che il Nuova Iside in seguito al “contatto” con la petroliera Vulcanello del gruppo Augusta due-gruppo Mednav si sia immediatamente inabissato non lasciando il tempo per salvarsi ai tre uomini che componevano l’equipaggio di salvarsi. Oggi, risultano iscritti nel registro degli indagati il comandante della petroliera, due membri dell’equipaggio che risultavano di servizio in plancia la notte del presunto incidente e l’armatore. Il relitto del peschereccio di Terrasini, invece, è stato individuato dalla Marina Militare, a 1360 metri di profondità ed a 30 miglia dalla costa palermitana.
«Un grande abbraccio finalmente alla mamma, Rosalba, che in questi mesi ha dato a tutti noi, nonostante tutto, una lezione di compostezza, dignità, forza d’animo e fiducia nella giustizia», ha concluso il primo cittadino.
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