Il tempo passa e adesso che il Nuova Iside, il peschereccio scomparso il 14 maggio e ritrovato dalla Marina Militare il 19 giugno scorso, ha delle coordinate certe che ne determinano la posizione, 1.400 metri di profondità, a nord della costa palermitana, la mamma di Vito lo Iacono, ultimo superstite di questa tragedia sulla quale sta indagando la Procura palermitana, e la compagna del capitano del peschereccio, non intendono più aspettare per il suo recupero.
Domani pomeriggio, martedì 7 luglio 2020, alle 16, la moglie di Matteo Lo Iacono e la compagna di Vito, insieme al deputato Lorenzo Viviani, componente della Commissione pesca, terranno una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, per chiedere al governo il recupero dell’imbarcazione dove potrebbe trovarsi il 26enne Vito Lo Iacono, comandante del Nuova Iside e unico membro dell’equipaggio ancora disperso.
«Chiederemo alle istituzioni di recuperare il relitto della Nuova Iside, all’interno del quale è probabile si trovi ancora il corpo di Vito» ha detto l’avvocato Aldo Ruffino, che assiste i familiari di Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono, i pescatori di Terrasini che erano a bordo del peschereccio inabissatosi a maggio scorso per cause ancora in fase di accertamento dalla procura palermitana.
Dopo oltre un mese, tanto il tempo delle ricerche protrattesi in mare, adesso i familiari chiedono il recupero del relitto, sempre più convinti che Vito, o quel che ne resta, sia rimasto incastrato dentro il suo peschereccio e affondato con lui. L’ipotesi che avanza con più forza è quella della collisione con la petroliera Vulcanello, oggi sequestrata e, in base anche ad una ricostruzione fatta da due giornalisti di Repubblica.
La nave, battente bandiera italiana, la notte del 14 maggio, anche in base alla conferma della stessa società, pare si trovasse nella stessa rotta del Nuova Iside. La Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sul caso e ha iscritto sul registro degli indagati 4 persone: il comandante della petroliera Vulcanello, l’armatore della società Augustadue e due ufficiali di plancia in servizio sulla nave contestando i reati di naufragio e omicidio colposo.
Intanto, però, il tempo scorre tra esami e indagini dei RIS di Messina, e nessuno tocca il relitto inabissato.
Ci sarebbero anche dei filmati girati da Pluto, il robot del Cacciamine della Marina Militare, all’interno del Nuova Iside, secretati dalle indagini in corso e sui quali nessuno, a parte gli addetti ai lavori, ne conosce il conenuto.
Eppure questo tempo, oggi è prezioso. A galla, per restarci, e in fondo al mare, per non sparire.