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    Nuova Iside: la petroliera Vulcanello sarebbe stata riverniciata per nascondere l’impatto con il peschereccio

    La petroliera Vulcanello, ancora sotto sequestro al porto di Augusta disposto dalla procura di Palermo, sarebbe stata riverniciata, probabilmente per nascondere le tracce dell’impatto avuto la notte tra il 12 e il 13 maggio scorso con il peschereccio Nuova Iside salpato dal porto di Terrasini dove non è mai più rientrato

    E’ quanto emerge dall’ordinanza del gip Piergiorgio Morosini con cui autorizza un incidente probatorio sulla petroliera.

    Dall’acquisizione anticipata delle prove sulla nave Vulcanello, infatti, risulterebbe che la petroliera sarebbe stata riverniciata circa dieci giorni dopo, tra il 22 ed il 27 maggio, per disposizione della società armatrice Augusta due srl, ed eseguita dal comandante nella tratta tra Vibo Valentia e Augusta.

    Oggi, sono le immagini effettuate dalla polizia giudiziaria a Vibo Valentia e le fotografie acquisite successivamente a dimostrare come la petroliera abbia subito notevoli modifiche,«atte anche a occultare elementi probatori utili alle indagini: emergono nitidamente segni di strisce presenti sullo scafo della nave e occultate dallo strato di vernice sovrapposto».

    Secondo una ricostruzione di due giornalisti di Repubblica, Francesco Cortese e Giorgio Ruta, La Vulcanello, la notte tra il 12 e il 13 maggio, navigava sulla stessa rotta del Nuova Iside fermo in quel tratto di mare che quella stessa notte percorreva la Vulcanello. Da questo input hanno preso vigore e forza le indagini della Procura di Palermo sviluppatosi dalle richieste della famiglia che sostengono la tesi dello speronamento.

    Salgono a cinque gli indagati nell’inchiesta “Nuova Iside”, con il comandante e i due ufficiali di plancia della petroliera del gruppo Mednav e l’armatore della società Augustadue, oggi è indagato anche Raffaele Brullo, della società armatrice.

    Ed i pm, a sostegno della tesi dello speronamento, hanno ottenuto dal gip ulteriori accertamenti che verranno svolti dal consulente del Tribunale di Genova, Giorgio Barba Gelata.

    Resta a 1400 metri di profondità a 30 miglia nord di Palermo il Nuova Iside, ritrovata dal Cacciamine della Marina Militare un mese e sette giorni dopo il suo inabissamento. Con più di una speranza, al suo interno potrebbe esserci il corpo del capitano, Vito Lo Iacono, l’unico superstite ancora da recuperare e restituire alla famiglia. Adesso si attende che il Governo si adoperi per il recupero del peschereccio e garantire così una degna sepoltura ad un ragazzo di 26 anni.

     

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