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    Operazione “Waterfront”: appalti pilotati per favorire le cosche della ‘Ndrangheta, arresti anche a Trapani

    Un cartello criminale composto da imprenditori e funzionari pubblici per pilotare gli appalti e agevolare le cosche della ‘Ndrangheta. 

    E’ quello che ha scoperto l’operazione “Waterfront”, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri.

    L’epilogo delle investigazioni condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria, volte a contrastare i profili imprenditoriali della cosca di ’ndrangheta Piromalli, operante nella piana di Gioia Tauro, che oggi vede impegnati cinquecento finanzieri a eseguire sequestri di beni e imprese per oltre 103 milioni e arresti di 11 funzionari pubblici. Sessantatré, in tutto, le persone coinvolte accusate di aver agevolato il clan Piromalli.

    Agli arresti domiciliari sono finite 14 persone, 20, invece gli indagati sottoposti ad obbligo di firma

    I provvedimenti cautelari e i sequestri, sono scattati in Calabria, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia, in Sicilia tra Messina, Palermo, Trapani e Agrigento, in Campania ( a Benevento e Avellino ) a Milano e Brescia in Lombardia e ad Alessandria, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.

    Oltre alle 63 misure cautelari emesse a carico degli indagati è stato sequestrato un patrimonio di oltre 103 milioni di euro costituto da: 36 imprese, rapporti bancari, finanziari, assicurativi, partecipazioni societarie di 45 indagati; beni mobili, immobili, quote e azioni di società intestati a 7 indagati.

    L’operazione ‘Waterfront’ ha fatto emergere l’esistenza di un cartello composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri reati.

    I bandi delle gare d’appalto oggetto d’indagine erano stati pubblicati tra il 2007 e il 2016 dalle stazioni appaltanti dei Comuni di Gioia Tauro e Rosarno, nonché dalla S.U.A.P. (Stazione Unica Appaltante) di Reggio Calabria e riguardavo lavori per un valore complessivo superiore a 100 milioni di euro. In particolare tra il 2014 ed il 2016 riguardano 15 opere pubbliche da realizzare nei Comuni di Polistena, Rizziconi, Gioia Tauro, Gerace, Reggio Calabria, Santo Stefano in Aspromonte, Maropati, Grotteria, Galatro, San Giorgio Morgeto, Siderno, per un valore di oltre 58 milioni di euro.

     

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