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    Palermo siamo noi

    Palermo è la Sicilia.

    La rappresenta in quanto capoluogo e ieri, l’ha rappresentata in tante, troppe cose. E’ vero, le bombe d’acqua non si possono prevedere ma, il rischio può essere valutato, contenuto. La manutenzione, certificata; la prevenzione, organizzata. Poi però, il sindaco Orlando oggi, vuole aprire un’inchiesta.

    Palermo è lo specchio dove molte città della Sicilia si riflettono e oggi, dopo l’acqua, resta il fango.

    Così lo specchio porta a riflettere sulle proprie facce. Facce fatte di buche, di strade rattoppate, di ostruzioni che non hanno bisogno di bombe per creare allagamenti.

    Palermo siamo noi che ci aiutiamo nei momenti di crisi, come questo poliziotto che cerca di salvare la gente rimasta bloccata in auto. Sott’acqua.

    Palermo siamo noi che cerchiamo il colpevole l’indomani della tragedia, per non darci la colpa di aver imparato ad annaspare mentre l’acqua, si faceva troppo alta e le mani rugose a forza di stare ammollo. Palermo siamo noi, che continuiamo ad inciampare negli stessi errori, facendo il callo persino al pensiero che possa essere sbagliato cadere sempre lì, dentro quell’urna a giocare alla “ics” dei favori: “io a te il voto” in cambio di…niente, perchè niente arriva, a parte le bombe dal cielo e dalla magistratura.

    Palermo siamo noi cuore e tragedia, ma “pentiti” mai. Palermo siamo noi che “poi tanto le cose si aggiustano e andiamo al mare” o magari arriva Natale.

    Palermo siamo noi…e intanto il tempo passa. E restiamo qui. Oggi annegati, domani chissà.

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