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    Patentino immunità? Arriva il NO dal direttore dello Spallanzani, «dietro affari privati milionari»

    La patente per le vacanze è stata bocciata dal direttore Scientifico dell’Inmi Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito. Niente immunità certificata da test salivari rapidi per tintarelle al mare in Sardegna né per quelle eventualmente previste sulla stessa scia in Sicilia perché, se è vero che il coronavirus ci sta facendo perdere il controllo sulla nostra socialità, non deve fare lo stesso sulle vacanze, ora più che mai sacre.

    «Non sono validati» ha spiegato il direttore dell’ Istituto Nazionale di Malattie Infettive (INMI) Lazzaro Spallanzani di Roma, che ha aggiunto «dietro c’è un affare privato miliardario, perchè vengono tutti convinti che va fatto un test e che va fatto presso laboratori privati».

    «L’Oms, che pure ha i suoi difetti perché corre dietro alla lepre dopo che è scappata – ha sottolineato – finalmente ha detto che non esistono patentini di immunità per il coronavirus, cosa che il Comitato Tecnico Scientifico ha da sempre sostenuto».

    L’INMI è stato riconosciuto dall’OMS quale Centro collaboratore per l’assistenza, la diagnosi, la risposta e la formazione sulle patologie e un’elevata pericolosità ed è membro del Global Outbreak Alert and Response Network sempre dell’OMS.

    Oggi inizia lo studio di prevalenza realizzato da Istituto Superiore di Sanità e Istat, basato su test sierologici, strutturato per sesso, età e attività lavorative. «Darà una fotografia reale della situazione. Si stima che al massimo troveremo il 5% di positivi in Italia, in Sicilia e Sardegna meno del 2%. Questo – ha concluso – sarà utile ai fini epidemiologici, non del singolo individuo».

    A sostenere Ippolito anche Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute «l’idea è ambiziosa ma impraticabile, è necessaria uniformità  su tutto il territorio e al momento la vedo molto difficile. Facciamo prima a riaprire lasciandoci questo virus alle spalle rispettando le regole».

    «Spero -ha infine detto Ippolito- di vedere un nuovo sistema pubblico veramente universalistico, dove c’è, almeno per le malattie infettive, una catena di comando. Dobbiamo usare questa emergenza per rifare la sanità con etica, morale e onestà», e concludendo ha aggiunto – Quanto alle immagini della ripresa della movida: «Persone che non hanno capito che il futuro dipende da loro»

    Un futuro che però necessita di un metro e una misura per la gestione da parte delle amministrazioni dopo l’allentamento delle misure restrittive: promuovere il turismo e rilanciare l’economia con parametri che limitano una semplice passeggiata non possono ricadere sulla responsabilità del cittadino costretto a pensare alla salute dentro le sue 4 mura fino a qualche giorno fa e ricatapultato fuori dalle stesse dopo 3 mesi per effetto della crisi economica senza paracadute.

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