Casa di Domingo non era solo il luogo scelto per i summit mafiosi, il posto dove Cosa Nostra prendeva le decisioni per il territorio castellamarese, della provincia di Trapani e oltreoceano.
Casa di “Tempesta” (così veniva soprannominato Francesco Domingo, arrestato ieri insieme ad altre 14 persone all’interno dell’operazione “Cutrara” , che ora dovranno rispondere alle accuse di associazione di tipo mafioso, estorsione, furto, favoreggiamento, violazione della sorveglianza speciale e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso), era il covo scelto dai vari mandamenti che con lui, padrino della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo, si interfacciavano su piccole e grandi questioni. “Questioni” capaci di fare il bello e il brutto tempo da Castellammare del Golfo fino a Manhattan, dove i cugini Bonanno, ormai newyorchesi, gestivano altri affari.
Affari sporchi che giravano attorno al pizzo, al gioco d’azzardo, alla droga fino al traffico illegale di armi. Cose dette e non dette ma comunque registrate dalle intercettazioni che parlano di incontri di mammasantissima al pari di Spatuzza e di Matteo Messina Denaro latitante da 27 anni.
Proprio in quel covo le perquisizioni da parte dei Carabinieri sono state attente e minuziose tanto da richiedere la partecipazione di diversi reparti specializzati anche di altre Forze Armate: lo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, le unità addette alla ricerca di armi del Nucleo Cinofili di Palermo, il 4° Reggimento Guastatori e i Vigili del Fuoco con un escavatore.
In un tubo in pvc, interrato sotto un cumulo di pietre, sono stati rinvenuti due fucili doppietta cal.12, ventisei cartucce calibro 12 di varie marche e diametro di pallini e dieci proiettili cl.38. Sotto un secondo cumulo di pietre, era occultato un barattolo in vetro con tre proiettili calibro 12.
Mà