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    Peschereccio disperso: per il legale delle vittime, ipotesi di speronamento

    «Dalle informazioni in nostro possesso non escludiamo che il peschereccio possa essere stato speronato da un altro natante».

    Cosi’ l’avvocato Aldo Ruffino, che assiste le famiglie di Matteo Lo Iacono e del nipote Giuseppe, due dei tre marinai del peschereccio “Nuova Iside” i cui cadaveri sono stati recuperati 12 miglia a nord della riserva di Capo Gallo. Resta disperso, invece, il più giovane dell’equipaggio, Vito Lo Iacono, figlio dell’armatore Matteo che, con il peschereccio non è stato ancora restituito dal mare.

    «Alle 21.45 di martedì – spiega il legale – il peschereccio ha inviato un segnale alla capitaneria attraverso il Blue Box, il successivo sarebbe dovuto partire due ore dopo, alle 23.45, ma così non è stato. Fra l’altro – continua -, alle 22 Giuseppe Lo Iacono ha sentito telefonicamente la famiglia e non sembrava preoccupato».

    I tre marinai hanno ricevuto messaggi dai familiari su Whatsapp, fino alle 22 circa, come si evince dalla doppia spunta che invece manca nei messaggi delle 00.13. «Quella sera le condizioni meteo non erano avverse – osserva l’avvocato – e comunque non c’erano i presupposti per fare affondare un peschereccio lungo 16 metri. La situazione peggiorerà solo alle 7 del mattino di mercoledì».

    La Procura di Palermo ha già aperto un fascicolo d’inchiesta, al momento contro ignoti, e autorizzato l’esame autoptico sul corpo di Matteo Lo Iacono, che è stato trasferito al Policlinico di Palermo. «L’autopsia – aggiunge Ruffino – può chiarire tanti elementi, individuare l’arco temporale in cui è avvenuto il decesso e magari dare delle indicazioni sull’affondamento del peschereccio. La famiglia vuole solo fare chiarezza per dare giustizia alle due vittime e al ragazzo scomparso».

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