Un mese, sette giorni, 1400 metri di profondità e circa 30 miglia a nord di Palermo. Sono queste le nuove coordinate del Nuova Iside, scomparso il 12 maggio scorso e ritrovato dal Cacciamine Numana della Marina Militare, dopo giornate di ricerche senza sosta. I sensori della nave e di un veicolo filoguidato del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin) hanno riconosciuto l’inconfondibile scritta bianca sullo sfondo blu impressa sul peschereccio che non lasciava spazio, nonostante ce ne fosse tantissimo in quell’abisso, ai dubbi: si tratta del Nuova Iside.
Finalmente individuato il relitto del motopesca inabissatosi lo scorso 12 maggio per cause ancora da accertare e per le quali, nel frattempo, il veicolo filoguidato del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin) ha realizzato delle immagini che potranno essere utili alla Procura, per ricostruire la dinamica dell’inabissamento. Si perché al momento la Procura di Palermo, sul caso ha aperto un’inchiesta iscrivendo sul registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, sommersione di nave e omesso soccorso, il comandante e i due ufficiali di plancia in servizio sulla petroliera del gruppo Mednav e il dirigente della società Augustadue. Intanto pare che non ci sia stata nessuna collisione tra la Nuova Iside e la petroliera Vulcanello.
Almeno secondo quanto trapela dalle prime notizie sui rilievi tecnici che oggi i RIS hanno effettuato sulla nave, battente bandiera italiana, ormeggiata al porto di Augusta e posta sotto sequestro nei giorni scorsi su disposizione della Procura di Palermo.
Pare che la Vulcanello abbia invece generato un’onda capace di far capovolgere il motopesca partito dal porto di Terrasini e poi affondato, con a bordo Matteo Lo Iacono, Giusepope Lo Iacono e Vito Lo Iacono (attualmente disperso ) la notte del 12 maggio scorso. Gli esami, disposti dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, puntano a ricostruire l’eventuale dinamica dell’accaduto.