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    Segesta: Arriva un amministratore giudiziario a gestire il parcheggio del parco archeologico, sotto sequestro la società che lo gestiva

    Prosegue l’operazione Phimes avviata dai carabinieri di Alcamo lo scorso febbraio, nella quale erano stati tratti in arresto l’imprenditore  Francesco Isca, 60 anni, e il vice Comandante della locale Polizia Municipale, Salvatore Caprarotta, 64 anni, per il reato di corruzione. E oggi, il GIP del Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso il decreto di sequestro preventivo della società che gestisce il parcheggio attiguo al parco archeologico di Calatafimi Segesta.

    L’attività dei Carabinieri, infatti, aveva permesso di dimostrare l’esistenza di un patto corruttivo tra i due soggetti, volto a favorire il parcheggio gestito dall’imprenditore, mediante il sanzionamento di tutte le autovetture posteggiate in altri luoghi.

    «I successivi accertamenti svolti dai militari dell’Arma, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trapani, – si legge in una nota dei carabinieri-  hanno permesso di verificare come la società che gestisce il parcheggio in questione sia stata fittiziamente intestata ad altri due individui, cioè la figlia del vice Comandante della Polizia Municipale e il figlio dell’ex-sindaco di Calatafimi Segesta, Nicolò Ferrara».

    Uno stratagemma «ideato dall’Isca al fine di eludere l’eventuale emissione di misure di prevenzione patrimoniali, pur continuando a mantenere la gestione e a ricevere gli incassi dell’attività. –continua la nota – L’imprenditore, infatti, appreso delle indagini sul conto di Vito Nicastri, arrestato insieme a Francesco Paolo Arata ed a cui era particolarmente legato anche in affari illeciti, aveva ritenuto opportuno non risultare quale proprietario e gestore diretto della società, nel timore che la stessa potesse essere oggetto di interesse da parte degli inquirenti».

    Il rischio era concreto: « non solo perché la medesima sorte era spettata anche alle società di proprietà di personaggi a lui attigui, quali il Nicastri per l’appunto, ma anche perché un’altra ditta di Isca era stata cancellata dalla cosiddetta white list della Prefettura di Trapani (lista delle imprese non soggette a tentativo di infiltrazione mafiosa, operanti nei settori esposti maggiormente a rischio).- sottolineano all’interno del documento – Tale provvedimento era dovuto, infatti, ai collegamenti accertati di Isca – per il tramite dell’ex convivente legata ai Crimi di Vita (TP) – con la criminalità organizzata, in particolare con Musso Vito e Calogero. »

    Questi i motivi che hanno portato il GIP del Tribunale di Trapani, concordando con le risultanze investigative acquisite dalla compagnia carabinieri di Alcamo, a disporre il sequestro preventivo della società, ora interamente affidata ad un amministratore giudiziario che continuerà a curarne l’attività, garantendo il regolare funzionamento del parcheggio.

    L’Isca, invece, dovrà rispondere, insieme ai due intestatari fittizi della società, del reato di “trasferimento fraudolento di valori”.

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