Respinte dal Tribunale del riesame di Palermo, le istanze di revoca delle misure cautelari presentate da Fabio Damiani e Antonio Candela. I due manager della sanità siciliana, erano stati arrestati il 20 maggio scorso nell’ambito dell’operazione denominata “Sorella Sanità” condotta dalla Guardia di finanza di Palermo.
Damiani, ex direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, resta quindi in carcere mentre Candela, ex commissario per l’emergenza Covid del governo siciliano, agli arresti domiciliari.
Per entrambi, che si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere, l’accusa mossa dal pool di pubblica amministrazione, coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, è di corruzione, turbativa d’asta e altri reati. In una cassetta di sicurezza di Damiani, che è stato anche coordinatore della Cuc, la Centrale unica di committenza della Sicilia, i finanzieri hanno trovato 70 mila euro in contanti. Sarebbe stato lo stesso Damiani a consegnare le chiavi ai finanzieri.