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    Strage di Ustica: «Guarda, cos’è» il nuovo audio che riporta alla luce la voce del copilota pochi minuti prima di precipitare

    «Guarda, cos’è» un nuovo audio riporta a galla quello che per tutti è uno dei più tragici e misteriosi incidenti aerei che la storia dei cieli italiani sia riuscita a raccontare, la “strage di Ustica”.

    Un dolore immenso per il quale lo Stato italiano la sera del 27 giugno 1980, consentì al Dc9 Itavia l’ingresso in un tunnel di guerra. Sono i giudici civili di Palermo a condannare i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire, di 100 milioni, i familiari delle vittime del disastro.

    Parenti di vittime che per anni hanno ascoltato testimoni affermare di aver visto caccia inseguire il DC9 Itavia da missili, ma non solo. Gli stessi giudici hanno però escluso che la causa della caduta dell’aereo partito da Bologna per Palermo, dove non arriverà mai, fu una bomba.

    Prima di questa condanna, ci sono state tantissime omissioni, silenzi, pause, vuoti di memoria ma oggi, a quarant’anni da quello che alcuni definiscono uno scandalo, rimasto inabissato per anni ad oltre 4000 metri di profondità, emerge un nuovo particolare. Un dettaglio da sempre messo a disposizione a tutti sul sito stragi80.it, archivio storico-giornalistico, nato nel 2000 da un’idea di Fabrizio Colarieti e Daniele Biacchessi, che raccoglie documenti sulla Strage di Ustica.

    Oggi però è grazie ad un reportage su RaiNews24, firmato da Pino Finocchiaro, in occasione del 40° anniversario della strage, che i tecnici della Rai, ripuliscono un audio capace di riportare alla luce le ultime parole pronunciate dal copilota, Enzo Fontana, pochi istanti prima di precipitare e che si limitano a dire, con voce tremante: «guarda cos’è».

    Parole che avvalorerebbero l’evento esterno alla base del disastro aereo così come sancito dalla Cassazione in sede civile. La voce strozzata del pilota conferma che in cabina di pilotaggio videro arrivare qualcosa: un missile o un velivolo da guerra così come ipotizzato dal giudice istruttore Rosario Priore e dai magistrati di rito civile in tutti i gradi di giudizio.

    La Procura di Roma ha disposto l’acquisizione della traccia audio presso la redazione di Rainews24, andata in onda nell’ambito dell’inchiesta, ancora oggi in corso e coordinata dal pm Erminio Amelio. Una storia che non trova fine ma cerca verità. La stessa che si sarebbe inabissata nel mar Tirreno il 27 giugno del 1980.

    Strage di Ustica: la storia

    Il volo scompare dai radar. La torre di controllo di Ciampino alle 20.59 del 27 giugno 1980 chiama i piloti: «India Hotel 870, rispondete, India Hotel 870 rispondete». Nessuno risponderà mai. Nessuna delle 81 vittime, partite da Bologna, arriverà mai a Palermo. L’aereo precipita tra le isole di Ponza e Ustica. Ma ad essere distrutte non sono solo le 81 vite a bordo di quell’aereo. A Palermo l’annuncio del ritardo prima, e della scomparsa del volo poi, mette in allarme le famiglie dei passeggeri e poi le distrugge. I corpi senza vita di 38 passeggeri vengono rinvenuti a nord del mar di Ustica il giorno dopo. Gli altri 43 passeggeri non verranno mai ritrovati.

    Dal cielo è negli abissi del mare che questa tragedia sembra iniziare a seppellire la verità. Una verità che sembra restare sigillata nella bocca di molti che hanno visto e che non possono dire. A chiedere verità per ciò che accadde in cielo, sono le famiglie di quelle persone ma, a nulla sono serviti questi 40 anni. Oggi, infatti, nessuno è salito sul banco dei colpevoli. Migliaia i testimoni sentiti, fiumi d’inchiostro sprecati a scrivere pagine d’istruttorie, oltre cento perizie e circa ottanta rogatorie internazionali per arrivare ad un nulla di fatto. O quasi.

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