Una telefonata nella notte, ha reso noto la Farnesina, ha messo in contatto i i marittimi prigionieri in Libia e i loro familiari. Un contatto che ha regalato una “gioia immensa” a Rosetta Ingargiola, mamma del capitano Pietro Marrone, uno dei 18 pescatori di Mazara del Vallo (Trapani) che dallo scorso 1 settembre si trovano in stato di fermo a Bengasi dopo che i loro pescherecci sono stati fermati e sequestrati dalle milizie del generale libico Haftar.
La signora Rosetta, 74 anni, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus. «Sono stata a Roma per 40 giorni davanti Montecitorio – ha detto la signora Rosetta -. Sono tornata in Sicilia perché non mi sentivo molto bene. Ho ricevuto questa chiamata dalla Farnesina che mi ha detto che ero in collegamento, ho sentito la voce di mio figlio, gli chiedevo come stava ma lui era preoccupato per me. Mi ha detto: “Mamma, non sentirti male perché io ho solo te, devi stare tranquilla”. Non ero io a dare forza a lui, era lui che dava forza a me. La gioia nel sentire la sua voce è stata immensa».
La signora Rosetta, come tutti gli altri familiari, ha un unico desiderio: «Voglio riabbracciare mio figlio. Mi ha detto che sta bene, ma io sono troppo preoccupata. Mi ha detto che li trattano bene, però non lo sentivo tanto tranquillo, deve tornare a casa. I ministri ci hanno assicurato che li trattano bene e che loro stanno lavorando per liberarli. L’importante è che ce li rimandino a casa perché se si continua così non ce la facciamo, io specialmente. Il sindaco Quinci e anche il Vescovo li abbiamo avuti vicini dal primo giorno. Gli aiuti ci sono stati, però, vorremmo che si faccia in fretta perché ormai di tempo ne è passato abbastanza. Tra poco è Natale, la nostalgia è tanta, mi sento triste. », ha concluso la signora Rosetta.