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    Trapani: attivato il trasferimento di chiamata per i dipendenti comunali in «smart working»

    «7800 unità svolgono la loro funzione per via telematica. Il dato in assoluto più alto d’Italia, mentre occorre precisare che la percentuale complessiva dell’Isola si attesta sul 60 per cento per l’incidenza sul dato di lavoratori come custodi dei musei e forestali, non ricompresi nello smart working». Questo il numero delle unità attive in smart working in tutta la Sicilia dovuto dal lock down coronavirus. A snocciolarlo è l’assessore regionale alla Funzione Pubblica della Regione siciliana Bernardette Grasso, dopo le rilevazioni del ministero della Pubblica amministrazione nell’ambito del monitoraggio sullo smart working nelle Regioni dovute all’emergenza covid-19.

    Anche la P.A. di Trapani si è adeguata alle esigenze dettate dalla pandemia ed oggi, con la fase 2 avviata da 2 giorni, l’Amministrazione Comunale ha annunciato di aver attivato il trasferimento di chiamata dai numeri fissi degli uffici,  ai cellulari personali dei singoli dipendenti.

    «Devo ringraziare i dipendenti dell’Amministrazione – afferma il Sindaco Giacomo Tranchida – che anche in questo caso stanno dimostrando massima disponibilità consentendo l’arrivo di chiamate sui numeri personali. Nella modalità smart working – continua il Sindaco – i servizi continuano a funzionare, pur nelle comprensibili difficoltà che l’emergenza coronavirus ci sta creando».

    Il servizio, garantiscono dal Comune, nel rispetto della privacy, non dà la possibilità di individuare il numero personale dei dipendenti. I cittadini che vorranno contattare gli uffici potranno consultare la rubrica telefonica on line, facilmente raggiungibile con un apposito link, denominato contatti, presente sulla home page del sito istituzionale del Comune di Trapani www.comune.trapani.it .

    La rubrica è organizzata per poter individuare il singolo dipendente, attraverso un motore di ricerca, oppure per selezionare l’ufficio di appartenenza e quindi visualizzare i singoli servizi. Oltre ai numeri telefonici, in rubrica, sono visibili anche le e-mail.

    Ad aver introdotto per la prima volta lo smart working nella Pubblica Amministrazione  è Legge 124/2015 conosciuta anche come Riforma Madia. L’obiettivo era quello di far lavorare con modalità di lavoro agile, almeno il 10% dei dipendenti pubblici entro 3 anni. Due anni dopo, la Legge 22 maggio 2017 n. 81, ha ribadito il concetto ed esteso le linee guida alla PA.

    «modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva». Il comma 3 del medesimo articolo, precisa che le disposizioni normative si applicano anche ai «rapporti di lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche».

    Di fatto è arrivato un virus ad accelerare l’agevolazione del lavoro negli uffici pubblici senza chiedere se si era effettivamente, e finalmente, pronti. Senza aspettare ulteriori digitalizzazioni di archivi.

    Come sta andando?

    Bene, ma non benissimo direbbe qualcuno. Sia da una parte (P.A.), sia dall’altra (lavoratore), ma non è tempo di bilanci.  Da nord a sud ciò che conta, oggi, è la sicurezza nel continuare ad offrire i servizi al cittadino.

     

     

    Luca M

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