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    Trapani: i ristoranti si preparano a riaprire, a Bonagia tutto pronto

    Ci siamo. Mancano meno di 24 ore alla riapertura prevista dal DL Rilancio. Dopo  giorni infiniti di lockdown. Domani, lunedì 18 maggio 2020, l’Italia riparte, o almeno una parte. A Trapani c’è preoccupazione ma, c’è anche voglia di ricominciare. La città si sta preparando. Nei negozi c’è fermento. Si sanifica, si calcolano distanze, si fanno previsioni su ciò che verrà.

    L’economia deve ripartire: «La nostra economia deve tornare a correre. – ha detto il presidente del Consiglio Conte – Nella fase due il rischio è calcolato se la curva dei contagi risale, interverremo. Sono consapevole– ha aggiunto – che il decreto rilancio, nonostante i 55 miliardi non potrà essere la soluzione di tutti i problemi economici e sociali che stiamo vivendo, però stiamo dando una mano a chi vuole ripartire»

    E così l’italia riparte. Seppure diversa. Com’era prevedibile.

    Oggi andiamo in giro con la mascherina. Manteniamo le distanze, consapevoli dei rischi (a parte qualcuno). Perché per un po’, nulla sarà come prima.

    La fase 2 è stato un pò come ritornare alla vita, è stato rinascere. Esserci, un miracolo. Sono state giornate difficili. Quello che serve adesso, è prudenza.

    Resta la fame di buone notizie. Da domani, lunedì 18 maggio 2020, intanto, si potrà tornare a mangiare nei ristoranti. I ristoratori trapanesi avevano anticipato il lockdown imposto dal governo, abbassando le saracinesche nel rispetto della salute dei clienti. Per mesi le loro cucine sono rimaste ferme.

    Seicento euro. Questo è stato il contributo governativo che gli è stato dato. Ma solo ai titolari. I dipendenti, nel frattempo, sono stati mandati in cassa integrazione, oppure, gli stessi proprietari, hanno provveduto al loro sostentamento. Nel frattempo, la storia la conosciamo: affitti, bollette, fornitori non si sono arrestati. Un settore che, secondo la classificazione Inail, sarebbe a rischio di aggregazione medio alto. Al pari di tanti altri che comunque domani riaprono. Dobbiamo imparare a convivere col virus da una parte e rispettare le regole dall’altra.

    La buona cucina che caratterizza le nostre tavole e la convivialità, che ne fa apprezzare di più la bontà, hanno scongiurato alcune rigidità che avrebbero impedito il gusto della condivisione. (QUI la scheda tecnica dell’Inail)

    I ristoratori hanno preso le distanze. Riuscendo ad accordarsi al millimetro su quel metro che, nel frattempo, di giorno in giorno, si allungava e si accorciava. La categoria, è riuscita a mantenere anche, una buona dose di ottimismo. Incredibile. Proprio quello di cui tutti hanno bisogno!

    Sansica con le figlie e i nipoti

    «Siamo positivamente sorpresi, domani apriamo in regola e con 30 prenotazioni! -Ci dice con la voce emozionata Nicolò, sposato con una delle tre sorelle Sansica, il ristorante  Sirena al porticciolo di Bonagia che gestisce insieme al suocero e agli altri due cognati – Abbiamo tutto in regola. Dopo aver sanificato tutto il locale, adesso stiamo ultimando i dettagli per la riapertura di domani: 2 dispenser con l’amuchina per i clienti e per il personale, il termometro all’ingresso, per la misurazione della temperatura e tutto il resto chiesto dalla direttiva Inail»

    Con i tavoli?

    «Per quanto riguarda i tavoli restano gli stessi come numero ma, tutti distanziati un metro l’uno dall’altro. Grazie all’ampia sala possiamo separarli nel modo corretto, garantendo sicurezza ai nostri clienti ed al nostro personale. Abbiamo pensato a tavoli da massimo 4/5 persone così da poter far sedere insieme lo stesso nucleo familiare. Abbiamo così rinunciato ad 1/3 del coperto. Il personale di sala, ovviamente, servirà con la mascherina che, magari inizialmente, ricorderemo di indossare ai clienti quando si alzeranno per andare in bagno»

    Quali sono i vostri timori?

    «I timori maggiori sono quelli che accomunano chi vive qui. A Trapani abbiamo contenuto il contagio. Ci sono stati pochi casi. La tanta voglia di ripartire è tanta, anche il timore di chi potrebbe arrivare»

    Quanto avete perso in questi mesi?

    «Abbiamo chiuso prima che venisse imposto. Abbiamo preso le 600 euro e ci siamo occupati dei nostri dipendenti ma, nel frattempo abbiamo perso intorno ai 100 mila euro lordi. In questi mesi circa 350 persone non sono entrate al ristorante Sansica La Sirenetta. Ventidue comunioni rimandate. Si parla di banchetti con 20/30 persone. A questi aggiungiamo i battesimi, Pasuqa, Pasquetta, il 1° Maggio…»

    Quanto pensate di recuperare?

    «Oggi non si possono fare previsioni. Il fatturato non è prevedibile. Ci sono troppe variabili non ancora chiare (voli, apertura allo stretto ecc.)»

    In bocca al lupo!

    «Grazie!»

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