I commercianti trapanesi come annunciato dentro e fuori il web, ieri sera hanno spento le luci dei propri locali, aderendo alla protesta “Resistiamo Italia” e, questa mattina, ne hanno consegnato simbolicamente le chiavi al sindaco della città di Trapani. Un gesto ripetuto nei Comuni di Erice, Valderice, San Vito lo Capo e, a macchia d’olio, su tutta la provincia, la regione e l’Italia intera.
Il nuovo Dpcm, in vigore dal prossimo 4 maggio, ha rimandato la categoria dei commercianti a giugno. Ad oggi, però, non sono chiare le regole da adottare per riaprire, né quanto bisognerà investire per farlo. Confusione anche per le regole sui dispositivi di sicurezza da adottare senza contare che, dopo mesi di chiusura, parlare di investimenti sembra davvero troppo. Solo in Sicilia, 788.000 famiglie hanno visto calare il proprio reddito a causa del Covid-19.
Lo dice un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat. Il 15% dei rispondenti, pari a circa 218.000 nuclei familiari, ha visto sparire oltre il 50% del proprio reddito familiare, mentre il 10%, corrispondente a più di 145.000 famiglie, ha addirittura perso il 100% delle entrate. Numeri e percentuali che non lasciano indifferenti. Nemmeno i sindaci che rappresentano città e cittadini.
E così a Valderice, il sindaco Stabile ha accolto i rappresentanti dei commercianti nel suo ufficio; ad Erice, la sindaca Toscano ha fatto lo stesso con i commercianti ericini. A Trapani, il sindaco Tranchida ha atteso una delegazione di commercianti davanti palazzo d’Alì, stringendo, a sua volta, le chiavi della città di Trapani a voler dimostrare che, senza il commercio anche la città si ferma. Poi tutti insieme sono andati dal Prefetto Tommaso Ricciardi consegnando simbolicamente tutte le chiavi e affidandogli le ansie e le preoccupazioni dei piccoli imprenditori trapanesi.