«Bonaccini non sa di cosa parla e nemmeno Zaia, non vogliamo vaccinare le nostre piccole isole per privilegi economici, del resto non possiamo entrare in competizione con le economie forti di Emilia Romagna e Veneto, vogliamo superare le difficoltà della condizione di insularità, a garanzia del diritto alla salute». E’ così che Francesco Forgione, sindaco di Favignana (Tp) risponde alle affermazioni del presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini contrario alla proposta di “isole Covid free” che su Facebook aveva scritto: «Mi auguro che il ministro del turismo Garavaglia rigetti immediatamente la proposta di ‘isole covid free’»
«Non possono esserci località turistiche privilegiate a discapito di altre.» aveva continuato Bonaccini « Piuttosto il governo si dia da fare perchè arrivino più dosi possibili per vaccinare nel più breve tempo possibile e lavori per il passaporto vaccinale, con regole uguali per tutti a livello europeo».
Ma gli isolani non ci stanno per i toni e per i modi. Non è una questione economica. «Nelle isole – ha aggiunto Forgione, sindaco di Favignana – non abbiamo presidi ospedalieri e tutto avviene attraverso elisoccorso e da Favignana con idroambulanze, la sanità specialistica è assente. Sono cose che Bonaccini non conosce e non percepisce nella sua ricca Emilia Romagna. E poi nelle nostre isole ci sarebbero da vaccinare poco più di 30mila persone». Un fattore logistico dunque con il quale le isole minori fanno i “conti”, tutto l’anno.
Marco Giorgianni sindaco di Lipari, che amministra anche Stromboli, Panarea, Alicudi, Filicudi, Vulcano, dice: «La richiesta di rendere le siole minori covid free nulla ha a che vedere con gli aspetti economici. Certo non nascondo che sarebbe una opportunità per le isole minori italiane tutte. Detto questo ricordo che da mesi i nostri veri concorrenti, le isole greche, stanno prendendo prenotazioni mentre noi stiamo a guardare. Tuttavia, la mia motivazione è sanitaria, qua ci sono 6 isole dove non esistono strutture sanitarie e dove se ci si ammala di Covid non si prende l’ambulanza per raggiungere l’ospedale. Gli abitanti delle isole vanno messi in sicurezza.
A Lipari su circa 13mila abitanti abbiamo già più di 2mila vaccinati almeno con prima dose. Non vogliamo fare i furbetti, non vogliamo eccezioni, ma pretendiamo di avere le attenzioni per una vaccinazione che riduca i rischi», ha concluso Giorgianni.
A pensarla diversamente dal governatore dell’Emilia Romagna è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova che ha affermato: «In un Paese come il nostro che vive sul turismo, creare delle isole Covid-free è un’idea molto intelligente. Lo stanno facendo i greci e credo che dovremmo farlo anche noi, finendola con questo concetto del ’tanto peggio tanto meglio’, ovvero visto che la vaccinazione non ce l’ho io allora è giusto che non ce l’abbia neanche tu. Questo è un concetto profondamente sbagliato”.
Non se ne abbiano a male quelli che dicono ’perché l’isola sì e il mio borgo marinaro o di montagna no?’. Le isole – ricorda Bassetti – per vocazione naturale hanno fisiologicamente una difesa che è il mare che fa sì che se tu riesci a vaccinare tutti gli abitanti e controlli tutte le persone che entrano sull’isola o attraverso i tamponi o attraverso il fatto che siano vaccinate, puoi rendere un ambiente veramente sicuro. È chiaro – sottolinea l’infettivologo – che si può fare solo nelle isole molto piccole, sarebbe bello poterlo fare anche nelle grandi isole ma un conto è fare il vaccino a 30mila persone e un conto è fare 10 milioni di vaccini in Sicilia».
Per quanto riguarda i controlli, per Bassetti «è ovvio che non si possa dire che su un’isola ci va solo chi è vaccinato perché sarebbe incostituzionale, ma attraverso dei protocolli fatti molto bene si potrebbe richiedere che chi arriva abbia fatto un tampone 48 ore prima e farne un altro appena sbarca. Certo, qualcuno può sfuggire ma con tutti i distanziamenti e la tracciabilità possono diventare luoghi a rischio molto basso. Perché il rischio zero non esiste e non esisterà nemmeno quando avremo l’80% degli italiani vaccinati. Ma un conto è che in un’isola in estate ci siano 20 casi e un conto è che ce ne siano 2.000».
Ad appoggiare l’idea delle isole covid free è anche è il presidente di Federalberghi Isole minori Ermando Mennella: «Le isole minori italiane vivono di turismo, non hanno alternative, se il turismo è il 13% del Pil nazionale per le isole è il 99% e dovremmo essere competitivi nei confronti anche del mercato straniero». Ad affermarlo in merito al fatto che decine di isole minori italiane da Ischia a Procida, da Lipari alla Maddalena passando per l’Elba, Ponza, Ventotene, auspicano di essere covid-free tanto che, a nome della categoria degli albergatori, lo stesso Mennella ha posto all’attenzione del governo e ai presidenti delle Regioni con isole minori, la richiesta scritta di una campagna vaccinale per le isole minori italiane (inviata il 15 marzo scorso). L’iniziativa di rendere le isole covid free ha un forte risvolto in termini turistici.
«Altri Paesi come la Grecia e la Spagna lo stanno facendo. – sostiene l’albergatore – L’Italia venda anche questa immagine, se vacciniamo le isole dopo l’estate non avremo turismo…a settembre lo avremmo dato alla Grecia». Una richiesta che prescinde anche da motivazioni turistiche. Le isole minori dovrebbero avere «una giusta attenzione per esigenze particolari» rispetto ad altre zone d’Italia nel piano vaccinale.
Alcune di loro infatti, non solo hanno pochi abitanti ma distano anche 4 ore di traghetto dalla costa e, dunque, per «l’efficientamento della macchina operativa, – afferma – se una Regione deve organizzare vaccinazione solo agli ottantenni o ai settantenni che risiedono nelle isole, magari a Capraia dove abitano 400 persone, o alle Tremiti 455 persone, tanto vale che siccome deve mandare una squadra di medici per vaccinare magari 10 o 20 persone, vaccini tutti e così non si spreca nemmeno una dose». Mennella ricorda che Federalberghi ha messo a disposizione gli alberghi come hub vaccinali per aiutare la campagna di vaccinazione laddove le Asl reputino di utilizzarle.