Natale sta arrivando. La sua magia, nonostante le mascherine che ci obbligano a filtrare l’aria che respiriamo, si fa sempre più tangibile nell’atmosfera. Nonostante tutto, questo chiacchieratissimo Natale si è mescolato con le norme anticovid, i DPCM e le ordinanze emanate dai Presidenti delle varie Regioni. Si è adattato ai colori del giallo, del rosso e dell’arancio che hanno unito, forse più dell’Unità d’Italia, per la prima, volta il Paese facendolo accendere e spegnere, come fossero luci di un albero di natale, prima di qualsiasi addobbo.
Diverso rispetto a quello datato 2019 o 2018 quando ci si abbracciava e ci si baciava per scambiarsi gli auguri e ci si incontrava per la messa di mezzanotte (quest’anno anticipata alle 19.30). Nuovo perché non ancora vissuto, questo Natale è già carico di aspettative rispetto a come sarà. Di sicuro, resterà dei e per i bambini, che lo continuano ad aspettare con la solita e magnifica luce negli occhi. Per gli adulti sarà ristretto, in tutti i sensi ma, soprattutto al sud, anche in termini numerici: le prolunghe per fare immense le tavolate verranno lasciate da parte perché, al tavolo, potranno sedersi pochi intimi. Sarà certamente triste e malinconico ricordando chi non c’è più, chi deve tornare a casa e chi, si spera, avrà tanto da raccontare, come i 18 pescatori sequestrati in Libia (QUI) e che, entro il 25 dicembre magari festeggeranno con i propri familiari. Sarà un Natale di qualità dove tanto impareremo dalle piccole cose, dai piccoli gesti, dai bambini. Quelli che sono felici con poco: un biscotto, un abbraccio, un po’ di tempo trascorso insieme. Sarà un Natale di accettazione di ciò che si è, di ciò che accade, di riscoperta di valori, di principi e priorità.
Un Natale di recupero come per Valderice dove l’amministrazione comunale ad un Natale che scintillasse di luci, ne aveva preferito uno che brillasse di cuore (QUI), destinando l’impegno economico delle luminarie, alla concessione di “buoni spesa” alle famiglie in disagio economico e sociale, e dove oggi, ha scelto di recuperare una sola stella: «Per questo Natale 2020 abbiamo voluto recuperare la Stella Cometa che per anni è stata posizionata sulla collina di San Barnaba. – spiega il sindaco Francesco Stabile– Ne abbiamo ripristinato la struttura, grazie alla preziosa collaborazione dell’Associazione la Tonnara nel Cuore e di alcuni cittadini che con le loro sapienti mani hanno contribuito ad illuminarla di luce nuova, dandogli, in maniera più forte che mai, una simbologia di speranza e di salvezza. A loro va il mio ringraziamento più grande, a dimostrazione che la cittadinanza attiva e la collaborazione fa sempre la differenza nella prospettiva d’identità in cui vogliamo riconoscerci.»
Una stella come messaggio, ad indicare una strada, probabilmente l’unica che in questo momento, tutti noi dobbiamo intraprendere: la speranza, la forza a non mollare, a restare uniti, nonostante la distanza di sicurezza, per un unico obiettivo. Soprattutto adesso che le feste alle quali eravamo abituati ci costringono ad abbracciarci da case differenti. Soprattutto ora che forse non riusciremo a festeggiare con i nostri figli lontani. L’unione farà la forza di un piccolo paese che si contraddistinguerà nel buio forse, ma che non perderà la sua strada: il bene di tutti.
«Il nostro territorio non sarà pieno di luci e festoni, ma avrà comunque la sua Stella che accomunerà i nostri sentimenti e i nostri valori». Ha detto ancora Stabile che ha concluso: «Spero vivamente che sotto la luce di questa Cometa, la nostra comunità possa riaccendere la speranza e riconoscersi in un forte senso di appartenenza, in un 2020 che ci ha visti uniti nel superare le difficoltà, ma che di certo ci ha fatto toccare con mano il dramma di una pandemia».
Mà